Oro etico, l’importanza di questa scelta
L’oro è uno dei metalli più rari e preziosi, e viene estratto e lavorato fin da tempi antichissimi.
Le tecniche estrattive sono cambiate nel corso dei secoli, ma sono sempre state caratterizzate dal forte impatto ambientale.
L’oro viene attualmente estratto con due sistemi principali: in miniere sotterranee da minerali auriferi e in miniere a cielo aperto per lavaggio di rocce e terreni.
In entrambi i casi l’estrazione in sé si rivela molto invasiva per l’ambiente.
Nelle miniere sotterranee sono utilizzati largamente gli esplosivi e, trattandosi di miniere solitamente molto profonde che possono raggiungere anche i mille metri di profondità, nonché spesso situate in paesi poveri o sottosviluppati, le condizioni di sicurezza dei lavoratori impiegati sono spesso precarie, per usare un eufemismo.
Le miniere a cielo aperto creano invece immense ferite nel paesaggio, ed impiegando enormi quantità d’acqua per il lavaggio dei materiali auriferi, spesso minano l’equilibrio idrogeologico dell’area in cui si trovano.
Per separare le particelle d’oro dalle altre senza valore, vengono utilizzati agenti altamente inquinanti come il mercurio od il cianuro, che poi possono finire scaricati nei fiumi o nel terreno creando danni spesso irreparabili per l’ecosistema locale.
Inutile sottolineare che in molti paesi produttori d’oro, specialmente africani, i minatori lavorino senza alcun contratto e senza le più elementari misure di sicurezza, in condizioni che non si discostano molto dalla schiavitù.
Nelle miniere africane non è infatti difficile assistere a scene da girone infernale, dove gli uomini escono dalle viscere della terra seminudi, senza caschi stivali od occhiali protettivi, ricoperti di fango e terra, e trasportando a spalla enormi sacchi di terra e pietra aurifera.
In superficie, un esercito di donne, spesso con i figli piccoli legati sulla schiena, rompono i pezzi più grandi a martellate e poi lavano il sedimento a mano, utilizzando il cianuro ed il mercurio per separare l’oro dallo scarto.
Il tutto in turni massacranti che possono arrivare anche a ventiquattro ore consecutive.
Questa drammatica situazione riguarda spesso una fetta importante della popolazione: in Tanzania ad esempio, quarto produttore africano del prezioso metallo, su una popolazione di 47 milioni di persone, si calcola che circa 15 milioni lavorino nelle miniere d’oro.
Ovviamente che si tratti delle miniere inferno della Tanzania oppure delle moderne e meccanizzate miniere del Sud Africa, i lavoratori ricevono un salario, in molti casi misero, e non partecipano minimamente agli enormi profitti che una miniera d’oro può generare.
Negli ultimi anni si sta tentando di porre un freno a questo sistema, come si è già fatto, o tentato di fare, nel commercio dei diamanti. Inizia così a svilupparsi il concetto di oro etico.
L’idea prende spunto da iniziative simili sorte in molti settori, che vengono genericamente definite come commercio equo e solidale, un commercio che non faccia del profitto realizzato l’unico metro di misura.
Lo scopo che l’operazione oro etico si prefigge nel suo manifesto, che potete trovare online, è di commerciare solamente oro che rispetti dei criteri di solidarietà ed ecologicità.
E’ bandito l’oro estratto con esplosivi o trattato con agenti inquinanti come mercurio e cianuro.
Si richiede che le miniere rispettino degli standard minimi di sicurezza, senza l’impiego di lavoratori minorenni o donne in lavori pesanti e pericolosi, e che i turni di lavoro siano definiti e non eccessivamente lunghi.
Si preferiscono piccole miniere gestite da cooperative di minatori, che possono così partecipare agli utili, o in alternativa si richiede che i lavoratori siano tutti regolarmente assunti ed assicurati, e che ricevano un salario equo.
Alle società minerarie che hanno in concessione un sito è richiesto di contribuire al miglioramento delle condizioni delle comunità locali, ad esempio con la costruzione di scuole, ospedali, strade ecc.
Visto il successo delle iniziative passate legate al commercio equo e solidale, che denotano una sempre maggiore attenzione del consumatore per la filiera che sta dietro ai beni che acquista, l’oro etico ha sicuramente tutti i requisiti per ritagliarsi una fetta di mercato sempre crescente.
I dati suggeriscono che in tutto il mondo cresce la domanda di beni che non derivino da sfruttamento od inquinamento, ed il commercio dell’oro si sta adeguando al trend.
Sono infatti sempre più le gioiellerie che propongono ai propri clienti oro etico, e d’altro canto sono sempre più i clienti che richiedono gioielli in oro etico, specialmente in occasione di eventi come matrimoni o battesimi.
Il rovescio della medaglia è sempre il solito: per garantire tutte le cose che abbiamo elencato sopra, l’oro etico costa leggermente di più di quello normale.
Certamente chi decide di acquistare un gioiello etico perché è convinto con questo di poter dare un suo contributo all’ambiente ed al miglioramento delle condizioni di vita dei minatori, non si farà certamente scoraggiare dal prezzo un po’ più alto.
Un’ultima curiosità ed un piccolo vanto nazionalistico, è il fatto che l’oro etico nasce parlando italiano.
L’idea originale si deve infatti ad una azienda del settore minerario con sede in Umbria, con concessioni in tutto il mondo, che ha deciso di puntare su questo nuovo concetto sfruttando principalmente i depositi alluvionali.
Questi infatti sono i siti estrattivi che consentono, se si vuole, il maggiore rispetto dell’ambiente.